La medicina osteopatica è un metodo terapeutico non invasivo che utilizza un trattamento manuale sicuro, per i diversi bisogni di ogni paziente in tutte le fasi della vita, dalla nascita all’età adulta.
Gli osteopati si concentrano sulla struttura del corpo, sullo scheletro, sui muscoli, sui tessuti, sugli organi interni. La sua filosofia comprende il concetto di unità della struttura dell’organismo vivente e delle sue funzioni.
La sua specificità consiste nell’utilizzo di modalità terapeutiche che mirano a riarmonizzare i rapporti di mobilità tra le varie strutture anatomiche.
Principio cardine che regola l’intento osteopatico è che il corpo umano è capace di fabbricare dei rimedi propri contro le malattie quando le sue relazioni strutturali sono normali, la sua nutrizione è buona ed è inserito in un buon ambiente.
Il fine dell’osteopatia, quindi, è quello di ridare movimento, armonia e fisiologia, ricreando le condizioni migliori affinché il corpo ritrovi lo stato di salute.
Il trattamento osteopatico si avvale di un’insieme di tecniche esclusivamente manuali (manipolazioni di articolazioni, organi e tessuti) che mirano a correggere delle variazioni strutturali e disordini neuro vegetativi ad esse correlati, capaci di provocare delle alterazioni patologiche.
In sintesi stimola l’omeostasi (equilibrio) dell’uomo preoccupandosi di identificare l’origine biomeccanica dello squilibrio in relazione al disturbo lamentato dal paziente.
“la salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale (concetto di unità) e non consiste soltanto in un’ assenza di malattia o di infermità. Il possesso del massimo stato di salute che è capace di raggingere costituisce uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano”.
(O.M.S., 1948)
La medicina osteopatica è un metodo terapeutico non invasivo che utilizza un trattamento manuale sicuro, per i diversi bisogni di ogni paziente in tutte le fasi della vita, dalla nascita all’età adulta.
Gli osteopati si concentrano sulla struttura del corpo, sullo scheletro, sui muscoli, sui tessuti, sugli organi interni. La sua filosofia comprende il concetto di unità della struttura dell’organismo vivente e delle sue funzioni.
La sua specificità consiste nell’utilizzo di modalità terapeutiche che mirano a riarmonizzare i rapporti di mobilità tra le varie strutture anatomiche.
Principio cardine che regola l’intento osteopatico è che il corpo umano è capace di fabbricare dei rimedi propri contro le malattie quando le sue relazioni strutturali sono normali, la sua nutrizione è buona ed è inserito in un buon ambiente.
Il fine dell’osteopatia, quindi, è quello di ridare movimento, armonia e fisiologia, ricreando le condizioni migliori affinché il corpo ritrovi lo stato di salute.
Il trattamento osteopatico si avvale di un’insieme di tecniche esclusivamente manuali (manipolazioni di articolazioni, organi e tessuti) che mirano a correggere delle variazioni strutturali e disordini neuro vegetativi ad esse correlati, capaci di provocare delle alterazioni patologiche.
In sintesi stimola l’omeostasi (equilibrio) dell’uomo preoccupandosi di identificare l’origine biomeccanica dello squilibrio in relazione al disturbo lamentato dal paziente.
“la salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale (concetto di unità) e non consiste soltanto in un’ assenza di malattia o di infermità. Il possesso del massimo stato di salute che è capace di raggingere costituisce uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano”.
(O.M.S., 1948)
STORIA DELL’OSTEOPATIA
L’osteopatia nasce per merito del Dr.
L’osteopatia nasce per merito del Dr. Andrew Taylor Styll (1828-1917) che visse tra il Kansas ed il Missuri. Styll fu un medico che si formò sul campo leggendo molti libri e studiando l’anatomia umana direttamente sui cadaveri degli indiani che lui stesso riesumava di nascosto. In seguito alla morte dei suoi tre figli per meningite e di una figlia per polmonite, intensificò i suoi studi a causa dell’insoddisfazione nei confronti della medicina tradizionale. Il suo principio si basava sul considerare il paziente malato nella sua totalità senza soffermarsi solamente sulla cura dei sintomi. Dopo una decina di anni presentò presso la Baker University, struttura che lui stesso contribuì a costruire, un suo primo lavoro sull’osteopatia che non venne assolutamente preso in considerazione (1874). La sua perseveranza, nonostante l’indifferenza del mondo medico, era premiata ed alimentata dal gradimento e dalla riconoscenza dei pazienti che aumentavano sempre di più attratti dal fatto che questo dottore curava senza l’utilizzo di farmaci. La prima scuola di osteopatia, l’American School of Osteopathy, fu ufficialmente fondata nel 1892 ed era composta da 21 allievi (uomini e donne) fra cui alcuni componenti della sua famiglia. Si cita che la vera e propria scoperta dell’osteopatia di Still fu alla tenera età di 10 anni e che fu casuale, quando, colpito da una forte emicrania, tese una corda tra due alberi e si appoggiò col capo come fosse un cuscino. Addormentatosi al suo risveglio il mal di testa era sparito, solo dopo anni di studi capì che la corda aveva inibito il funzionamento del nervo grande occipitale e permise un rilassamento totale del collo, aveva cioè sospeso l’attività dei grandi nervi occipitali, armonizzando il flusso del sangue arterioso. Aveva fatto dell’osteopatia!
Ad un certo punto della sua vita Still conobbe un uomo, tale John Martin Littlejohn.
John Martin nacque in Scozia nel 1865, uomo dall’intelletto fenomenale ma dalla salute cagionevole. Soffriva infatti di gravi emorragie alla gola tanto che un medico luminare dell’epoca gli consigliò di emigrare in paesi dai climi più caldi dandogli pochi mesi di vita. John Martin partì per l’America dove, sentendo parlare del Dr. Still, decise di farsi trattare non avendo nulla da perdere. Guarì completamente e decise di intraprenderne gli studi osteopatici divenendo discepolo diretto del Dr. Still. Entrambi si dedicarono alla ricerca, facendo diversi esperimenti e perfezionando sempre di più l’arte di guarire con le mani.
Nel 1913 Little John tornò in Inghilterra portando con sé l’osteopatia ed insegnandola ad un suo vicino di casa tale John Wernham.
Wernham perfezionò i meccanismi della colonna vertebrale utilizzando anche il parere di architetti, ingegneri e ricercatori aereonautici ed istituendo negli anni’80 il Maidston College of Osteopathy.
Il resto è storia dell’osteopatia moderna.
“ Non ritengo essere l’autore di questa scienza, nessuna mano umana ne ha disposto le sue leggi; non chiedo onore più grande che averla scoperta anche perché i principi meccanici su cui l’osteopatia si basa sono vecchi quanto l’universo. Non cito autori ma Dio e l’esperienza.”
A.T. Still
ASPETTO SOMATO EMOZIONALE
La marcia delle menti mediche è lenta,
“ Ma il loro lavoro continua,
Ampio e profondo continua,
Molto al di là del loro conoscere.”
(Fondamenti fisiologici della medicina osteopatica, Keith A. Buzzel, Elliott Lee Hix, Irvin M. Korr)
La marcia delle menti continua, molto al di là del nostro conoscere! Con questa affermazione si evidenzia che nonostante si sia scoperto tanto, tanto ancora si dovrà scoprire.
Tanti funzionamenti dell’essere umano, tante risposte ed adattamenti che il nostro organismo pone in essere a seguito di stimoli esterni, sono ancora oggetto di studio da parte dei ricercatori.
Tra tutte le “aggressioni” che suscitano reazioni adattative rivestono un ruolo importantissimo quelle di natura emotiva.
Gli eventi , anche passati, più o meno importanti che caratterizzano la nostra vita lasciano un segno nel nostro essere che a lungo termine può portare ad un cattivo funzionamento ed a manifestazioni sintomatiche apparentemente non correlate.
TUTTO E’ SCRITTO NEL NOSTRO CORPO!
Anche un evento diretto e recente come una distorsione di caviglia può essere dovuto ad una situazione emotiva particolarmente compromessa che altera il nostro sistema neuro-muscolare , propriocettivo predisponendoci ad eventi traumatici :” il corpo nn ha momentaneamente i mezzi adeguati per difendersi e subisce il trauma”
Queste sono le disfunzioni somato-emozionali dove situazioni emotive, il vissuto di una persona, è la causa principale del problema lamentato dal paziente.
Il connubio tra professionisti come lo psicoterapeuta, psichiara e l’ osteopata possono essere la chiave vincente per migliorare la qualità di vita di una persona. L’osteopata con le sue mani stimola il corpo a buttar fuori, far riemergere e mettere in gioco emozioni magari involontariamente accantonate per difesa . Tutto ciò avviene riequilibrando l’individuo intervenendo, esclusivamente manualmente,sul corpo nella sua interezza (articolazioni, organi, sistema nervoso, ecc.)
Questo approccio olistico non ci preserva, naturalmente, dalle situazioni negative che la vita a volte ci riserva ma ne aumenta la capacità di accettazione e reazione …un corpo che funziona bene si difende bene!
Le emozioni accantonate che riemergono devono essere veicolate adesso nei “giusti cassetti” e qui di fondamentale importanza è la figura dello psicoterapeuta, l’osteopata non ha le competenze per supportare psicologicamente un paziente. La collaborazione tra le due figure si è rivelata una chiave vincente.
Per riassumere il concetto in due righe si può fare riferimento alle ormai famose parole del poeta latino Giovenale :”mens sana in corpore sano” (1°secolo d.c.)
Esiste, quindi , una relazione tra mente e corpo: il corpo raccoglie delle informazioni e reagisce, si commuove. (C.G.Jung)
L’emozione è il punto di partenza di un sentire corporeo, poi una reazione corporea e mentale che può sovente cortocircuitare il cosciente.
Queste emozioni restano immagazzinate nel corpo creando, spesso, alterazioni del suo complesso funzionamento.
“l’iscrizione di questa emozione è stoccata nello spazio viscerale, fasciale, osseo,ecc. si parla di fissazione emozionale “ ( Jean Domenique Moll )
“ conosci la tua anatomia e la tua fisiologia, ma quando poni le mani sul corpo di un paziente, non dimenticare che vi abita un anima vivente” (A.T: Still)
APPROCCIO OSTEOPATICO
La medicina osteopatica si caratterizza e differisce dalle altre metodiche riabilitative per il suo approccio globale e non sintomatico, occupandosi dell’individuo sofferente nella sua interezza. Lo scopo di ogni trattamento è quello di ricercare, quando è possibile, la causa principale del problema e non soffermarsi solamente alla parte dolente. La disfunzione che genera malessere si può trovare a volte ben lontano dalla parte del corpo che fa male lamentata dal paziente…“L’osteopata non cura il braccio del paziente ma l’individuo intero che trovandosi fuori dal suo equilibrio sta male”.
Questo modo di “occuparsi” di un essere vivente porta a dei risultati risolutivi o comunque duraturi nel tempo. Diversamente, lavorando solo sul sintomo, sulla conseguenza e non sulla causa cardine, si andrà inevitabilmente incontro a delle recidive.
L’osteopata si avvale esclusivamente delle proprie mani per la ricerca e la correzione della disfunzione senza ricorrere all’utilizzo di farmaci che tuttavia non rifiuta o demonizza nel momento in cui il medico, con il quale collabora volentieri, ritiene opportuno prescriverne.
Il professionista valuta con le mani i vari distretti corporei guidato da un attenta conoscenza dell’anatomia e della fisiologia per poi,individuato il problema, adoperare la giusta tecnica manuale scelta in funzione del tipo di paziente che ha di fronte. Per questo l’osteopatia può essere rivolta al tenero neonato, al forte sportivo ed al fragile e vissuto anziano, ad ognuno la sua tecnica.
La durata delle sedute varia dai 30 ai 60 minuti, mentre la frequenza tra ogni seduta varia dai dieci ai trenta giorni in base al problema, ed alla reazione del paziente. Spesso è sufficiente anche una seduta sola per risolvere le cose.
L’osteopata accoglie il paziente in prima seduta con un’anamnesi, ascolta i motivi del consulto, indaga la storia clinica, cerca di comprendere lo stile di vita, effettua domande mirate per indagare i vari distretti corporei, la loro funzionalità, valuta eventuali esami diagnostici, ecc.
Conclusa l’anamnesi si passa alla visita con una serie di test ortopedici, neurologici (non allo scopo di fare diagnosi ma per accertarsi che il caso sia di sua competenza ) ed osteopatici.
Individuate le disfunzioni principali si passa alle correzioni, mai invasive e dolorose, ma che, quasi sempre, danno un’immediata sensazione di libertà. Il terapista, qualora lo ritenga opportuno, può concludere l’incontro con dei consigli alimentari momentanei che facilitino il riequilibrarsi del l’organismo nei giorni successivi al trattamento, e dei consigli sullo stile di vita in genere.
Può capitare che subito dopo il primo trattamento osteopatico ci si senta “strani” per alcuni giorni ma la cosa è del tutto normale, anzi paradossalmente è da considerarsi un segnale positivo che indica che il trattamento inizia a fare effetto. Il corpo inizia a reagire e, rotto un equilibrio, deve cercarne uno nuovo e riadattarsi per stare meglio.
“La funzione del medico osteopata è a volte curare, spesso dare sollievo, sempre dare conforto”
(Fondamenti fisiologici della medicina osteopatica, Keith A. Buzzel, Elliott Lee Hix, Irvin M. Korr)
OSTEOPATIA IN GRAVIDANZA
L’osteopatia può diventare un alleato fondamentale nel periodo più delicato ed importante della vita di una donna.
I processi ormonali cambiano,il metabolismo si modifica, il peso corporeo aumenta man mano, la biomeccanica del corpo si adatta, visceri ed organi modificano temporaneamente la loro posizione subendo pressioni da parte della nuova vita che man mano cresce. Non meno importante è l’approccio mentale al periodo particolare che la donna attraversa.
Spesso non ci si adatta a tutti questi squilibri, affrontando questo momento magico convivendo con cervicalgie, lombalgie, sciatiche, nausea e vomito eccessivi, cattivo drenaggio, mal di testa, ecc.
Quando le terapie farmacologiche non possono essere d’aiuto, delle mani intelligenti che operano con delicatezza e saggia consapevolezza, possono ribaltare la situazione.
Grazie alle tecniche osteopatiche, infatti, si riesce ad allentare tutte le tensioni che si creano sulle varie strutture aiutando il corpo ad adattarsi meglio agli inevitabili cambiamenti, il tutto in maniera per nulla invasiva ne tantomeno pericolosa per mamma e bebè.
Anche in questa fase della vita di una donna il movimento riveste un ruolo fondamentale quindi, quando il ginecologo non lo sconsiglia per una qualche complicanza, una chinesi “su misura” può e dovrebbe accompagnare la donna fino alla data del parto.
Alcuni trattamenti sono consigliati anche dopo il parto per velocizzare e garantire il ritorno in equilibrio della struttura, e per facilitare la montata lattea ed il suo successivo mantenimento.
OSTEOPATIA IN GRAVIDANZA E PEDIATRICA
Uno dei campi maggiormente significativi dell’intervento osteopatico riguarda l’approccio neonatale.
Ci si potrebbe chiedere :” ma cosa potrebbero mai avere quelle tenere creature appena nate …?
Il primo forte “trauma” della vita è il parto, soprattutto se con qualche complicanza.
Il neonato subisce delle compressioni importanti dal momento in cui si incanala fino alla nascita soprattutto a livello del cranio, che sovente assume delle forme particolari che testimoniano il maltrattamento subito.
Queste “ deformazioni” momentanee sono dovute alla grande plasticità delle ossa della scatola cranica che risulta essere fondamentale per permettere il passaggio dalla vita intrauterina al mondo esterno.
Il più delle volte, grazie all’avvio del meccanismo respiratorio, al pianto ed alla suzione, la testolina ritrova la sua forma nel giro di qualche giorno.
Capita però che da solo il corpo non riesca a reagire a questo stato di “compressione” ed abbia bisogno del lavoro osteopatico per facilitare il recupero.
In maniera molto grossolana si può asserire che queste compressioni craniali vadano a perturbare alcune strutture importanti del cranio da dove fuoriescono vasi e nervi fondamentali per assicurare un buon drenaggio, una buon trasporto di sostanze nutritive, informazioni nervose (neuro-vegetativo) destinate al buon funzionamento della sfera organico-viscerale, mio-fasciale (muscoli e tendini), e cosi via.
Un esempio su tutti è quello riguardante la compressione molto frequente a livello della sutura occipito-mastoidea ( congiunzione tra l’osso occipitale ed il temporale), la relazione tra le due ossa genera un forame che prende il nome di foro lacero posteriore o foro giugulare da dove fuoriescono il 9°,10° ed 11° nervo cranico e la vena giugulare che drena l’80 % del sangue refluo del cranio.
• 9° n. glosso-faringeo: informazione per la faringe (deglutizione, fonazione, suzione);
• 10° n. vago: responsabile del controllo della sfera organico-viscerale;
• 11° n. accessorio: informazioni per i muscoli del collo (sterno-cleido-occipito-mastoideo, trapezio);
Dal territorio di innervazione di questi nervi si può comprendere come una anomala sollecitazioni/irritazione di queste strutture possa generare cattivi funzionamenti di quelle determinate zone ed apparati. Ciò che ne consegue sono tutti quei disturbi quali colichette, rigurgiti, stipsi, torcicolli, e tutti quelle manifestazioni che creano malessere al bimbo e che solitamente sono considerati sintomi tipici della fascia d’età.
In un apparato in via di formazione ed adattamento al nuovo ambiente esterno ed al nuovo modo di vivere, alcuni squilibri momentanei possono considerarsi fisiologici, ma quando questi sono frequenti ed importanti tanto da condizionare negativamente bimbi e genitori, la soluzione potrebbe essere l’osteopatia.
Le tecniche che si usano sui neonati non sono assolutamente dannose, dolorose od invasive, la forza impressa dalle dita dell’osteopata è paragonabile al peso di una moneta poggiata sul corpo del bimbo … le coccole che normalmente si fanno sono più “aggressive”.
I bambini nei primi mesi sono molto recettivi, cambiano immediatamente. Non ci sono controindicazioni al trattamento, si possono riarmonizzare sin dai primissimi giorni di vita.
Talmente sicura ed efficace è l’osteopatia neonatale che in alcune Nazioni è inserita nello screening ospedaliero che si esegue di prassi sui nascituri, anche a scopo preventivo.
Di seguito alcuni esempi delle forme che può assumere la testolina del neonato nei primi mesi di vita ( visione dall’alto):
OSTEOPATIA IN ITALIA E NEL MONDO
L’Osteopatia è un sistema di Prevenzione Sanitaria, affermato e riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Questa metodica terapeutica ha da poco conquistato nel nostro paese il pieno riconoscimento sanitario.
In italia, l’inizio dell’iter di riconoscimento come professione sanitaria è avvenuto formalmente tramite la legge N°3 dell’11 gennaio 2018 ( conosciuta anche come legge Lorenzin) che è entrata in vigore il 15 febbraio, in attesa dei decreti attuativi che dovevano avvenire dopo 3/6 mesi.
Dopo quasi 3 anni dalla legge avviene l’istituzione ufficiale da parte dello stato, infatti, il 5 novembre 2020 la conferenza tra Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano hanno dato il loro parere positivo, in accordo anche con quanto espresso dal consiglio superiore della sanità, al riconoscimento della figura sanitaria dell’osteopata.
Il 24 giugno 2021 il ministro della salute, Roberto Speranza, ha annunciato il completamento del percorso del Governo per istituire la professione sanitaria dell’osteopata.
È un momento importante per tanti professionisti e per tutte quelle persone che hanno bisogno delle loro prestazioni.
La situazione nel mondo:
Negli Stati Uniti l’Osteopatia è riconosciuta dal 1897 e può essere praticata dopo aver conseguito il titolo di Doctor in Osteopathic Medicine (DO). Solo coloro che fanno parte di registri professionali possono utilizzare il titolo di “osteopata” e praticare la professione in questi Paesi.
L’Osteopatia è regolata dalla legge in un numero crescente di paesi, tra cui Regno Unito, Francia, Svizzera, Portogallo, Malta, Finlandia, Islanda e Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa.
Grazie agli sforzi di armonizzazione nell’ambito delle medicine complementari intrapresi dal Parlamento Europeo, l’Osteopatia è in fase di riconoscimento in gran parte degli stati appartenenti alla Comunità Europea.
Nel mondo l’’osteopatia ha avuto diversi processi di riconoscimento legale: la sua diffusione come strumento di cura tra le popolazioni, la fondazione di scuole e università, la crescente uniformità dei programmi di studio e lo sviluppo della ricerca scientifica hanno portato nell’arco di un secolo diversi Stati a inserire la medicina osteopatica nel Sistema sanitario nazionale. Negli Stati Uniti la disciplina ha fatto il suo ingresso nella Sanità pubblica nel 1991.
In Europa si è diffusa in modo non uniforme con differenze sostanziali in campo legislativo. Dapprima l’osteopatia sbarcò nel Regno Unito, dove però solo nel 1993 la professione è stata riconosciuta legalmente ed inserita nel Sistema sanitario nazionale. Mentre nel 1998 è sorto il General osteopathic council (GOsC), organo predisposto alla tutela degli standards formativi, dello sviluppo professionale e della sicurezza dell’utenza. Attualmente in Gb si stima che circa 24.000 persone al giorno si rivolgano ai 3467 osteopati presenti sul territorio e che l’incremento dal 1996 delle persone che si indirizzano, per consulti o trattamenti, verso la medicina osteopatica è del 25%. A ruota dopo l’Inghilterra, anche la Finlandia (1994) e il Belgio (dove il 40% si fa curare con l’osteopatia-1999) hanno regolamentato con una legge la medicina osteopatia. La Francia ha approvato nel 2004 il profilo professionale dell’osteopata. La Danimarca, la Germania, la Svizzera, l’Olanda e il Lussemburgo hanno in parte riconosciuto legalmente l’osteopatia e previsto una minima regolamentazione che consente, soprattutto ai medici specializzati, di praticare la professione.
Di seguito è raffigurata la situazione inerente il riconoscimento dell’osteopatia nel mondo:
GIURAMENTO OSTEOPATICO
<< In piena etica e coscienza, consapevole dell’importanza dell’impegno etico, morale,di tutti i principi rivolti verso la solidarietà della vita umana e professionale che mi sto assumendo, giuro:
• di esercitare la libera professione di Osteopata in piena libertà, di perseguire il raggiungimento dello stato di benessere funzionale e globale della persona;
• di non compiere mai atti che possono provocare lesioni alla persona;
• di assumere sia durante l’esercizio della mia professione di Osteopata che nella vita di tutti i giorni un comportamento consono, dignitoso nel rispetto della categoria a cui appartengo;
• di evitare ogni atto che possa ledere il prestigio e la dignità della categoria a cui appartengo;
• rispettare i colleghi di tutte le categorie sanitarie anche in presenza di contrasto d’opinioni;
• impegnarmi con scrupolo ed impegno mediante le tecniche proprie dell’osteopatia applicandole alla persona che a me si rivolge, indipendentemente dai sentimenti che essa mi spira e prescindendo da ogni differenza sia essa di tipo razziale, di colore, religiosa, spirituale, sociale, ideologica, politica, affinché possa raggiungere lo stato di benessere;
• di osservare il segreto su tutto ciò che mi viene confidato, che vedo e che ho veduto, inteso od intuito nell’esercizio della mia professione>>.
S.I.F.O. (Scuola Italiana di Formazione Osteopatica dell’osteopata)